Quante volte avete detto o sentito dire la frase “la 75 è l’ultima vera Alfa”?
Appassionati rimasti orfani di quella trazione posteriore che tanto sa di sportività, fino al 2016, anno di uscita della nuova Giulia, di cui abbiamo ampiamente parlato nello scorso articolo.
A ritrovarsi nei medesimi panni degli Alfisti di 30 anni fa sono i Bimmers, possessori e/o amanti di quella berlina di segmento C unica nel suo genere.
Siamo nel 2004. L’Audi sta consolidando il successo della sua prima compatta con la seconda serie della A3; la Golf, vabbè, è sempre stata la Golf e sta arrivando la V; l’Alfa riscuote un notevole successo grazie all’indovinata 147.
In questo panorama BMW entra a gamba tesa con un prodotto unico. Una berlina disegnata da Chris Bangle che fa della trazione posteriore e della linea singolare i suoi punti di forza. A sottolinearlo, la pubblicità dell’epoca che recitava con fierezza lo slogan one like no one.
Dopo 15 anni, due serie ed altrettanti restyling, alla serie 1 potremmo ora dire, afflitti, “sei come tutte le altre”.
Trattasi di tradimento?
Proviamo a fare un’analisi oggettiva.
Tralasciando temporaneamente l’aspetto romantico delle derapate (o del presunto drift) che è si importante ma non l’unico come spesso erroneamente si pensa nell’immaginario comune, un telaio con le ruote che spingono ha diversi vantaggi in termini di dinamica e di fisica.
La raffinatezza del motore longitudinale, una distribuzione dei pesi ideale, ruote anteriori svincolate dalla trasmissione e che hanno quindi il solo compito di sterzare; uno sterzo quindi più sincero e la possibilità di uscire dalle curve…col piede destro.
Ok, mettiamoci anche i 360 nei piazzali o nei sotterranei della Coop ed aggiungiamo i defunti gioielli a 6 cilindri in linea che rimpiangeremo per sempre.
Tutte caratteristiche uniche nella categoria che solo la casa bavarese ha proposto con le E87/E81 e le successive F20/F21, fino al 2019.
Cos’è successo poi?
Torniamo a qualche cenno storico perché nel frattempo i gusti degli automobilisti stanno cambiando e la concorrenza si adegua.
Nel 2010 esce la Giulietta, derivata dalla Bravo, che ha perso quell’avantreno meraviglioso e scricchiolante della 147, ma in Italia venderà parecchio; VW fa uscire altre n serie della Golf (e a ruota relative Audi, Seat e Skoda) nelle quali il multilink che aveva esordito con la V serie si ritrova semplificato e appannaggio delle versioni più spinte; ma soprattutto Mercedes nel 2012 sforna una rinnovata Classe A che nulla ha a che vedere coi precedenti sandwich e centra in pieno i gusti della gente.
La casa dell’elica vuole adeguarsi, perché tanto la maggior parte degli acquirenti della serie 1 nemmeno lo sa che spinge da dietro e la compra solo per il marchio. Ha in casa il recente telaio che utilizza per le Mini, qualche suv e un pulmino e ci costruisce sopra la F40, che già la sigla fa venire un mix di brividi e blasfemia.
Un sacrilegio dunque? Ed il famigerato e sponsorizzato piacere di guidare?
Si rinuncia a tutte le caratteristiche sopra elencate in favore di trazione anteriore o integrale, cambi automatici Aisin (in luogo degli ZF) e mezzi motori. Una carneficina. O forse no…
BMW ha dimostrato fin dal 2001 di saper fare delle divertenti ed efficaci trazioni anteriori, “ammorbidite” negli anni ma pur sempre appaganti.
La nuova THE1 segue questo corso e vuole dimostrare che anche una berlina tuttavanti può essere ancora bella da guidare.
Ognuno darà il suo giudizio più o meno obiettivo ma nel panorama automobilistico odierno rimane un riferimento nella categoria.
Per qualche residuo smanettone viene anche proposta una versione ti , più “leggera” della M135i top di gamma ma molto interessante sotto il profilo tecnico: 2.0 turbo da 265cv e 400nm, differenziale autobloccante meccanico, sospensioni riviste, barre antirollio maggiorate, freni idem ed una serie di particolarità estetiche interne ed esterne che la caratterizzano. Non sono mica queste le cose che ci scaldano gli animi? Peccato solo che manchi un bel cambio manuale!
La nuova architettura ha inoltre permesso di guadagnare spazio, baule e diavolerie elettroniche all’ultimo grido che non erano certo le priorità delle precedenti versioni ma che in questa fascia di mercato contano.
In conclusione, la F20 rimarrà con tutta probabilità l’ultima vera BMW compatta, ma anche la F40 (Brrrrrr) non è poi così male.
Colpisce come in 15 anni si sia passati dal voler essere uno come nessuno ad una seppur bella atmosfera ma molto più banale.
Francesco Abbonante, Rally Factor Driving School
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