Mentre in Italia la situazione del settore Automotive sembra navigare in acque poco tranquille, il mercato asiatico appare invece in gran fermento. Nonostante porti con sé le conseguenze inevitabili dell’emergenza sanitaria che ha arrestato l’economia mondiale, alcuni grandi marchi e alcuni stati stanno lavorando a diversi progetti che potrebbero comportare dei cambiamenti interni al settore.
In questo articolo, quindi, cerchiamo di contestualizzare e analizzare le principali novità in arrivo dal mercato asiatico, che spaziano non solo da stato a stato, ma anche all’interno di differenti ambiti di azione.
Segni di ripresa dalla Cina
Paradossalmente, il primo segnale positivo arriva proprio dalla Cina. Messa in ginocchio prima di tutti dal diffondersi del coronavirus, negli ultimi mesi lo stato di Xi Jinping sta facendo segnare dei segnali incoraggianti nei confronti della tanto agognata ripresa del settore.
Si tratta di dati che, presi singolarmente, fanno registrare un andamento positivo del mercato Automotive, almeno per quanto riguarda gli ultimi 4 mesi. Tuttavia, le stime fatte sulla chiusura dell’anno 2020 portano con sé le inevitabili cicatrici che l’emergenza sanitaria ha comportato.
Andando con ordine, le valutazioni fatte sul mese di luglio hanno fatto registrare un aumento delle vendite pari al 7.9%. In particolare, la Federation of Individual Car Manufacturers ha calcolato un totale di 1.62 milioni di vetture vendute, uno dei dati più incoraggianti degli ultimi 4 mesi.
Come dicevamo, però, rimane un piccolo passo in avanti nel complesso di una situazione che rimane comunque poco entusiasmante. Le indagini sulla chiusura dell’anno 2020, infatti, hanno stimato una diminuzione delle vendite del 10%, rispetto allo scorso anno. Un dato che, di primo impatto può risultare positivo. Tuttavia, se le notizie secondo cui i mesi autunnali potrebbero portare con sé una nuova ondata di contagi verranno confermate, questo stesso dato è destinato a raddoppiare.
Ma la Cina conta di riaprire il mercato Automotive anche puntando sull’organizzazioni di eventi. In particolare, proprio a Wuhan si sta tenendo in questi giorni il Salone dell’auto. Nel rispetto delle norme di sicurezza e delle regole anti Covid-19, all’interno del Central China International Auto Show sono attesi circa 100 mila visitatori.
Ma non solo. Sono oltre 60 i costruttori provenienti da tutto il mondo che hanno deciso di partecipare alla diciottesima edizione dell’evento, lanciando un messaggio importante per la ripartenza dell’Automotive. Tra questi, spuntano anche dei nomi europei, come BMW e Mercedes.
Per quanto riguarda la situazione cinese, quindi, molti aspetti si stanno pian piano sommando l’uno all’altro, lasciando ben sperare almeno nell’ottica di dare un inizio concreto a una lenta fase di ripresa del settore.
La messa al mondo di Ioniq
Questa è una delle novità che arrivano invece dalla Corea. Il punto di partenza? Le ambizioni di Hyundai. La casa coreana, infatti, ha imposto a se stessa il raggiungimento di un nuovo obiettivo: diventare il terzo player mondiale nell’ambito della mobilità elettrica.
E come farlo, se non lanciando un marchio satellite? Ebbene, questo è il modo in cui verrà alla luce Ioniq, una firma destinata a identificare tutti i modelli elettrificati e prodotti da Hyundai. E, mi raccomando, senza perdere tempo.
Nonostante il traguardo del milione di auto elettrificate vendute sia stato fissato per il 2025, già dal prossimo anno la casa automobilistica punta a mettere sul mercato almeno uno dei nuovi modelli già in progettazione. Costruiti su una piattaforma E-GMP, i primi figli della gamma Ioniq saranno:
– Ioniq 5, un crossover di medie dimensioni che punta a diffondersi anche sul mercato europeo e che sarà la vettura di lancio del nuovo marchio;
– Ioniq 6, invece, assumerà le forme di una berlina, per incontrare le richieste e le abitudini del mercato asiatico e nord americano;
– Ioniq 7, infine, sarà il nome del SUV di grandi dimensioni, che dovrebbe unirsi alle vetture sorelle a partire dal 2024.
Per Hyundai, Ioniq rappresenterà un nuovo modo di vivere l’auto elettrica. In particolare, molta attenzione verrà data al design e alla fruibilità della vettura. L’auto diventerà un vero e proprio spazio da vivere, complice la sua estrema versatilità, i sistemi di connessione WiFi di ultima generazione e la progettazione di alcuni elementi direttamente in linea con l’arredamento domestico.
Tentativi di fusione made in Japan
Un progetto che forse non ci ha creduto abbastanza. O, più semplicemente, si è infranto sugli scogli dell’irrealizzabilità a causa del coronavirus. Quello di cui stiamo parlando è la tentata fusione tra Nissan e Honda, un progetto presentato dal governo giapponese alla fine del 2019, ma rimasto fondamentalmente incompiuto sin da subito.
Non si tratta ancora di una notizia ufficiale, ma le ultime indiscrezioni (sostenute anche dal Financial Times) sembrerebbero puntare proprio in questa direzione. Il motivo? Più o meno lo stesso che ha reso difficili le fusioni europee: il rischio di perdere competitività sul mercato.
In realtà, il connubio era stato pensato proprio per far fronte ad altre importanti fusioni e alleanze che hanno trovato spazio nei mesi scorsi, come PSA e FCA o Volkswagen e Ford. Tuttavia, sembrerebbero diversi i motivi che hanno portato (e stanno portando) al naufragio di questo matrimonio.
Primo su tutti, l’impatto negativo che l’alleanza avrebbe su Honda, oggi l’unico marchio giapponese a essere svincolato da qualsiasi tipo di fusione. Secondariamente questioni di tipo finanziario: le due società, infatti, avrebbero alla base una struttura di capitale molto diversa l’una dall’altra, che impedirebbe quindi un’integrazione fluida.
Ma non basta, anche la struttura del business impedirebbe a Honda e Nissan di procedere con la fusione. Forse anche per questo motivo, Nissan ha preferito quindi consolidare la propria relazione con Renault e Mitsubishi. Infine, anche dal punto di vista delle collaborazioni, i due marchi stanno procedendo su due linee parallele: per quanto riguarda la guida autonoma, per esempio, Nissan ha dato vita a un legame con Waymo, mentre Honda ha preferito collaborare con Cruise.
A tal proposito, nessuna delle due Case ha confermato o smentito queste voci, ma appare chiaro che il progetto sarebbe tanto ambizioso quanto complesso da realizzare e che i cavilli burocratici e non da superare potrebbero rendere ancora più difficile la realizzazione di questo matrimonio.
Anna Vialetto, Rally Factor Driving School
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