La mia carriera di patentato è iniziata -credo- nel momento peggiore per un ragazzo nato e cresciuto a pane e macchinine Burago.
Correva l’anno 2003 e da poco era entrata in vigore la temibile patente a punti, da subito diventata il terrore di tutti gli utenti della strada.
Da quel momento in poi è stata un’escalation di colpi bassi: autovelox di tutti i tipi e colori. Telelaser, tutor e sorpassometri sono spuntati come i funghi e hanno alleggerito quel grosso peso al piede destro che faticavamo a tenere sù.
Insieme a strade terribili, dossi alti come palazzi, rotonde ovunque e traffico (soprattutto pesante) in continuo aumento, ci hanno resi pensionati in coda alle poste, scalpitanti di passare avanti, urlando lamenti ed insulti e prendendosela con quell’incapace che tiene capo alla fila.
Anche se in fondo sono usciti solo per chiedere un’informazione che avrebbero trovato comodamente dal loro smartphone e l’unico impegno che hanno è tornare a casa a guardare una puntata di forum, magari pure una replica!
Ecco, allora è qui che si nasconde il piacere di guidare…
Uscire di casa senza per forza una meta o un motivo ma solo per il gusto di fare due curve, dare qualche sgasata, sottoporre il nostro corpo a forza g, generare adrenalina ed endorfine.
Quanti lo fanno ancora?
Anche il sottoscritto, nonostante stia abbozzando con una penna del Nurburgring (acquistata in loco), è soffocato e messo a dura prova dalle disgrazie suddette.
Oggi le pubblicità delle auto evidenziano con orgoglio quanto grandi siano gli schermi nel cruscotto e quanto l’auto stessa ti ascolti e ti capisca, forse più di tua moglie o di tuo marito; quanto consumi poco, quanto sia alta, quanto sia (presumibilmente) green e quanto poco o niente devi fare per farla muovere, chè tanto frena e sterza anche da sola.
Scorro i listini di auto nuove e fatico a trovare qualcosa di interessante, qualcosa di discreta potenza, con un minimo di telaio, sufficientemente spaziosa per andarci anche in ferie e con tre pedali (e che mi possa permettere ovviamente).
Qualcosa di divertente ma non estremo da usare tutti i giorni e che possa rendere gradevole anche il percorso casa-lavoro. Fidatevi, la ricerca è tutt’altro che semplice.
Dov’è finito il piacere di guida? Perché si vendono solo suv ibridi automatici 2wd?
Siamo rimasti talmente in pochi da non meritare più l’attenzione delle case automobilistiche? Evidentemente si.
Ma teniamocela stretta, la nostra passione.
Quella passione che basta una strada giusta che torni a casa col sorriso anche dopo una giornata difficile. Quella che basta una pista per farti sudare come se avessi fatto una maratona nel mese di luglio. Quella che di un viaggio ti fa apprezzare… il viaggio, oltre che la meta. Quella passione che non serve una voce artificiale per parlarti ma basta un sedile, un volante, dei pedali ed una leva. O due.
Ma quanto è bello guidare?
Francesco Abbonante, Rally Factor Driving School
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