Facciamo un esperimento.
Scriverò una parola ed indovinerò la prima immagine che vi verrà in mente leggendola.
La parola è… SUBARU !
…nella mente vi è passata una berlina blu dalla linea abbastanza anonima ma con un vistoso alettone posteriore, magari con una livrea e che sta facendo volare polvere e pietre ovunque.
Probabilmente avrete anche “sentito” l’inconfondibile stutututu del suo motore.
Dici Subaru e parli di trazione integrale, quell’ ”effetto calamita” tanto pubblicizzato in passato di cui quasi ogni sua auto è dotata fin dal 1972.
Parli di motore Boxer, un altro marchio di fabbrica fin dal 1966; quella particolare architettura usata da poche altre case costruttrici (Porsche per esempio o Alfa Romeo e Lancia in passato) che permette al propulsore di essere bilanciato naturalmente ed essere montato in modo da abbassare il baricentro con vantaggi sulla fisica e quindi sulla dinamica di guida. E con un sound inconfondibile.
Rimasto purtroppo appannaggio di poche applicazioni soprattutto per questioni di costi (maggior numero di componenti e maggior complessità costruttiva), i giapponesi ne hanno addirittura proposto una versione a gasolio quando questo andava per la maggiore, tanto tengono a distinguersi.
E Subaru è rally.
I diversamente ragazzi come me ricorderanno sicuramente Colin McRae. Oltre che per gli interi pomeriggi passati davanti al Pc o alla Play Station con il gioco che portava il suo nome, è stato il più giovane campione del mondo di rally trionfando nel 1995 proprio a bordo di una Subaru Impreza (morendo poi tragicamente in un incidente in elicottero).
Per 25 anni la Subaru era l’Impreza.
Spinta dai successi nelle corse e dalla singolare raffinatezza tecnica, ha avuto un discreto successo per un marchio comunque di nicchia. Anche perché aveva una sola vera rivale, una certa Mitsubishi Lancer Evolution.
Di Impreza ce ne sono state diverse serie. La prima, quella vera, la più apprezzata soprattutto dai puristi che oggi sta diventando un oggetto da collezione, specie nelle versioni speciali. La seconda che ha inizialmente faticato ad imporsi tra gli appassionati, seguita poi da alcuni restyling di estetica e sostanza.
Persino le Wagon erano comuni, pratiche ed apprezzate molto in montagna.
Con la serie senza coda il marchio ha però puntato ai grandi numeri, proponendo una carrozzeria a due volumi ed il sopra citato motore diesel, lasciando gli appassionati sbigottiti e confusi, cercando poi di correre ai ripari con una successiva variante berlina, chiamata in seguito solo WRX.
Ho guidato solo 3 Impreza nella mia vita. Una LTD, una WRX seconda serie con la quale sono finito su una rotonda (evitanto un pazzo che ci è entrato a gamba tesa senza dare precedenza) ed una STI di importazione (in foto) ad un corso di guida su neve e ghiaccio di Rally Factor Driving School, alcuni anni fa. Ed in generale sono rimasto sorpreso dalla sincerità e dalla confidenza che danno, specie sui fondi viscidi, dove fanno esattamente quello che gli dici.
Ma cosa fa oggi la Subaru?
I WRC si corrono con prototipi che hanno sembianze da utilitarie, quindi non c’è più quel richiamo alla “berlina da rally” e Subaru ha abbandonato da anni queste corse.
Mi sono reso conto di non avere idea di cosa venda oggi il marchio delle pleadi e ho dovuto ricorrere a riviste del settore per vedere se esiste ancora l’Impreza.
Così ho scoperto a malincuore che Subaru produce solo delle paciose auto da nonno, sì boxer e 4×4, ma pesanti, poco performanti, con terribili trasmissioni CVT ed alcune con inutili finti ibridi.
Tristi, insomma.
L’unico accenno alla sportività rimane la BRZ, destinata comunque a sparire a breve, almeno in Europa.
E’ un peccato aver perso questo punto di riferimento. Quell’associazione inconscia che avviene ogni qual volta i nostri timpani vibrano la parola Subaru, rimarrà un astratto ricordo. Come le emozioni che abbiamo provato guidandone un esemplare con una grossa presa d’aria sul cofano.
Però mi chiedo…perché Subaru ha investito nella sponsorizzazione di un progetto come Gimkana 2020? Che ci sia da ben sperare per il prossimo futuro?
Francesco Abbonante, Rally Factor Driving School
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