Cercherò di essere obiettivo ed imparziale, giuro!
Stiamo assistendo ad una vera e propria invasione di cambi automatici. Molti modelli, anche dichiarati sportivi, non danno nemmeno la possibilità di scegliere se volere o meno il pedale della frizione, a conferma che il mercato vuole quello.
Perchè?
D’impatto e senza rispettare la promessa fatta all’inizio direi…perchè è comodo.
Spesso sento dire che sono sportivi. Lo stomaco inizia a farmi male, l’intestino a contorcersi. Facciamo così, diciamo che possono essere veloci, più veloci di una cambiata fisica.
Abbiamo ormai capito che per i più, per il guidatore medio, l’auto è solo uno strumento che serve per spostarsi mal volentieri dal punto A al punto B con meno sbattimenti possibile.
Ma per quei pochi superstiti che vivono l’automobile e la sentono come un prolungamento del proprio corpo, è come se mancasse una gamba.
Proviamo a fare ordine.
Sono praticamente spariti dalla circolazione i cambi robotizzati che altro non sono che degli automatici azionati elettronicamente. Sulle supercar di 20/25 anni fa erano discretamente veloci, traslati sulle utilitarie erano terribili. A memoria credo che la Pagani lo usi ancora.
Poi ci sono i CVT o a gruppi epicicloidali, quelli tipo scooter per intenderci. Se avete provato un ibrido Toyota sapete (ahimè) di cosa sto parlando.
Ad oggi, la vera partita degli automatici si gioca tra doppia frizione e convertitore di coppia. I primi sono generalmente più veloci e “secchi”, i secondi più fluidi e confortevoli ma anche incisivi all’occorrenza. Entrambi, per diversi motivi che non tratteremo ora per vostra fortuna, sono complessi, costosi e pesanti.
Perchè hanno tanto successo? Perchè mi tocca sentire “quando lo provi non torni più indietro”?
In questi giorni sto utilizzando una variante diesel automatica dell’auto che possiedo. Premettendo che faccio pochissima città, quella fastidiosa affermazione non ha avuto la meglio su di me.
Cerco di spiegarmi.
L’auto in questione monta l’onnipresente ZF a 8 marce. OTTO. Usato in D infila marce a raffica per tenere il motore appena sopra il minimo, per risparmiare carburante dicono. Si avvicina una curva, una rotonda, molli il gas e…ci entri con una marcia totalmente alta e insensata e senza freno motore che la macchina è in una condizione fisica innaturale per poterla percorrere. Quindi ti attacchi ai freni, poi dai gas ma per qualche istante non succede nulla. Allora lui (il cambio) percepisce qualcosa e scala due o tre marce in base a come gli gira ma ormai è troppo tardi e la curva è finita, magari a ridosso di un muro o di un guard rail.
Sorpasso. Sei in una marcia indefinita, freccia, gas e…sudore freddo, scalata di 4 o 5 o 6 marce, motore che urla inutilmente oltre il regime di potenza massima (che poi è un diesel, quindi non è che sia così eccitante). L’auto di fronte si avvicina, rientri al pelo con l’ascella pezzata ed il cuore ancora a 4500 giri al minuto.
Allora metti in S che vuol dire sportivo (!), il motore si piazza a circa 2500 giri, freccia, stampi il gas, scala comunque N marce seppur con meno inerzia ma il risultato è più o meno come sopra. Poi hai la strada sgombra ma sei in “sportivo” e il motore rimane a 3000 giri circa. Quindi rimetti mano alla leva (ma come?) e lo rimetti in D. Un cinema. Che si ripete anche e peggio in salita.
Allora voi mi direte…usalo in manuale, no?
Ma avete presente quante sono 8 marce, ravvicinate? Non gli stai dietro, continui a tirare e spingere quella leva o quelle palette (ancora?), guardando costantemente contagiri e schermo per capire cosa sta succedendo.
Il top è poi la funzione veleggio che scollega la trasmissione per procedere in folle. Come il tizio che lo ha inventato.
Ho provato anche diverse VAG col DSG, che forse preferisco agli altri (ma con non più di 6 marce) ma senza che il discorso cambi sensibilmente.
Morale, tralasciando il mondo fatato di iper e supercar dove il millisecondo risparmiato serve a sbandierare fantomatici record sul giro o varie gare di accelerazione in pista o in tangenziale, il cambio automatico è solo comodo e serve a togliersi il pensiero della frizione, di pensare ai rapporti (del cambio, si intende) e per avere una mano libera per chattare o truccarsi.
Siate sinceri con voi stessi.
Il manuale è scomodo, a volte duro, devi affaticare un braccio ed una gamba in più…ma quanto è gustoso?
Decidi tu COSA fare e COME farlo. Tenere in tiro il motore per una curva, una salita, un sorpasso. Giocare coi trasferimenti di carico ed avere la fisica dalla tua parte. Andare a spasso col motore al minimo e poter scalare direttamente 3 marce per superare più velocemente un camion. Puoi sfrizionare, sgommare, sentirti parte integrante della meccanica. Decidere e non far decidere ad un circuito stampato che non può sapere cosa hai davanti e cosa ti passa per la testa. Guidare.
Si, guidare.
E’ sconcertante vedere i listini delle auto nuove.
Per fortuna, in un mondo di aspiranti tassisti, qualche spiraglio di luce si intravede all’orizzonte. Porsche sta proponendo interessantissime versioni delle sue coupè, anche con cambio manuale. BMW ha rimesso il pedale della frizione sulla M3.
Speriamo che questo riavvicinamento al vecchio, all’obsoleto, all’economico ma piacevole cambio manuale scenda anche nel mondo dei vivi.
Vi chiedo scusa…non sono riuscito a mantenere la promessa.
Francesco Abbonante, Rally Factor Driving School
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