La nuova Alfa Romeo Junior – nome che da ieri va a sostituire in maniera coatta quello con cui era stata presentata alla stampa una settimana fa ovvero ‘Milano’ – è la vettura che andrà ad occupare il segmento delle compatte della Casa milanese, ed indubbiamente è l’auto più discussa, a maggior ragione ora che le è stato cambiato nome di battesimo.
Alla sua presentazione, il comunicato stampa emesso da Alfa Romeo recitava testualmente:
“Benvenuta MILANO, la nuova compatta che riporta la sportività Alfa Romeo nel segmento di mercato più grande d’Europa. Un simbolico “ben tornato” a chi ha amato Giulietta e Mito, e un caldo benvenuto a una nuova generazione di Alfisti.”
Il che in soldoni significa: addio berline segmento B e C, benvenuta nuova generazione Alfisti che vorrete un mini-SUV.
L’AUTO IN BREVE. Nato sul pianale CMP, progettato da PSA ed utilizzato per la prima volta nel 2018, lo stesso che già equipaggia una vastissima pletora di veicoli del gruppo Stellantis (compresa la Fiat 600e, l’ultima Lancia Ypsilon e la futura Fiat Panda), la Junior è un SUV compatto, lungo 4,17m e alto 1,5m, che va ad inserirsi nel sempre più florido mercato di SUV compatte che stanno spodestando le medio/piccole fino al segmento C.
E’ un’auto che, dal punto di vista motoristico, nasce e viene proposta unicamente in declinazione ibrida oppure elettrica.
La prima è un 1.2 da 136 cv, 3 cilindri turbo con la parte elettrica del propulsore da 21kw integrata nel cambio automatico 6 rapporti a doppia frizione. In futuro vi sarà una versione a trazione integrale Q4, con il secondo motore elettrico al posteriore, da 163 cv.
La full elettrica invece propone due declinazioni di potenza, ovvero da 156 oppure 240 cv. Alfa Romeo promette 590km di autonomia in città o 410km nel ciclo WLTP (ciclo misto per intenderci), con tempi di ricarica nell’ordine dei 30 minuti per passare dal 10 all’80% di carica nelle stazioni di ricarica rapida.
COSA PUO’ OFFRIRE. Alfa Romeo è storicamente uno dei brand che ha fatto della sportività e dinamica di guida il suo cavallo di battaglia. Sulla Junior, stando alla Casa, si è voluto dare lo stesso tipo feeling. Ad esempio, ad uno schema di sospensioni tradizionale che prevede Mcpherson sull’avantreno e ponte torcente sul retrotreno (stesso schema di Mito, mentre Giulietta presentava ruote indipendenti Multilink con barra stabilizzatrice al posteriore), Alfa Romeo ha lavorato su assetto, sterzo e handling per dare al guidatore una maggiore reattività e agilità. Nella versione denominata ‘Veloce’, al momento disponibile unicamente nella declinazione elettrica da 240cv, vi è inoltre un differenziale autobloccante Torsen di tipo meccanico all’anteriore, oltre ad ulteriori affinamenti al comparto sospensioni.
Presente, su tutte le versioni, il già noto sistema Alfa D.N.A., che consente di selezionare tre modalità con priorità differenti, a seconda che si voglia una guida più eco o più sportiva.
DESIGN. Quando ci si trova ad osservare un’auto moderna è quasi impossibile non avere dei deja-vu in merito al suo design e alla sua linea; per dirne una, Lancia Ypsilon-Peugeot 208 vi dice nulla? Indubbiamente il design della Junior è ciò che più di ogni altro sta facendo discutere gli appassionati (questo fino al cambio del suo nome Milano/Junior), molto di più ad esempio del fatto che venga proposta solo in declinazione ibrida o elettrica senza alcuna versione unicamente a motore termico.
In questo caso, senza dilungarsi troppo ai vari sfoggi stilistici e rimandi a modelli storici che Alfa orgogliosamente ci tiene ad evidenziare – tra cui la coda tronca che rimanderebbe alla Giulia TZ (vettura per le competizioni disegnata da Zagato nel 1963) – si può dire che, specie nella parte frontale, ci si trovi davanti ad una vettura a cui si è voluta conferire personalità netta, decisa, che possa piacere o odiare.
Questo è anche merito del design dei fari Full-LED che, con la loro forma, puntano a mettere ancora più in risalto l’emblematico scudetto frontale realizzato in due declinazioni: uno in plastica nera con l’intaglio del logo, l’altro è una griglia nera effetto metallico con applicata scritta ‘Alfa Romeo’, realizzata usando lo stesso font della leggendaria Alfa 8C 2300 degli anni ’30.
Parafrasando Oscar Wilde, “nel bene o nel male, purché se ne parli”. E su questo, va dato atto, non si può dire non abbiano fatto centro!
CONSIDERAZIONI. Un paio di considerazioni che tirino le somme a questa nuova vettura Alfa Romeo che, ritornando al capitolo da cui si è partiti, dovrebbe essere una ‘naturale prosecuzione’ di Mito e Giulietta.
E’ certo che vetture di segmento B e C siano in declino da anni. Alcune hanno già tirato i remi in barca negli ultimi anni (Punto, Fiesta, Focus nel 2025) o nel breve periodo saranno molto diverse da come le conosciamo ora (si vocifera che Micra, Clio e Polo saranno prodotte solo con motori elettrici nel medio/breve termine).
Il segmento dei SUV compatti, i B-SUV, è il più florido, quello che tira più di tutti le vendite. Per dare qualche numero, in riferimento a tutto l’anno 2023, in Italia abbiamo avuto una situazione di questo tipo (fonte dati Unrae):
. B: 308.256
. C: 81.118
. B-SUV: 434.503
. C-SUV: 319.731
Insomma, numeri che si commentano da soli.
Per quanto riguarda il prezzo, infine, il modello d’attacco della gamma Alfa Romeo sarà proposto a 31.900 € per il modello ibrido da 136cv (già ordinabile) e 39.500 € per quello elettrico da 156cv (non ancora ordinabile). Per fare un confronto, restando nell’ibrido, vi potreste portare a casa una Puma a poco più di 26.000€ o una Dacia Duster a 24.000€, ma anche un Audi Q2 S Tronic a 36.000€. In pratica il prezzo della Junior è un po’ più caro della media dei vari B-SUV.
Facendo un veloce confronto, una Giulietta 1.4 benzina da 120cv, nel 2020 veniva proposta a 22.000€.
Il dado è tratto, la linea è chiara. E’ inevitabile inserirsi nel settore che spinge di più, se si vuole sopravvivere e rilanciarsi bisogna cavalcare l’onda. Alfa ci proverà con Junior.
Sarebbe paradossale se in futuro ci fossero nostalgici che rimpiangessero la 75 come l’ultima vera Alfa e Mito & Giulietta come ultime vere Alfa segmento B e C…
IL CAMBIO DEL NOME A PRESENTAZIONE AVVENUTA. Sembra davvero assurdo quanto avvenuto giusto ieri quando Alfa, con un comunicato ufficiale, ha dichiarato il cambio di nome dell’auto in ‘Junior’.
In tempi recenti non si ricorda nulla di simile, in quanto il cambio di nome non è avvenuto prima della presentazione ufficiale alla stampa. Tra l’altro sul sito ufficiale Alfa Romeo, tra le auto configurabili, l’auto è ancora presente con il suo nome di battesimo originario ovvero Milano.
Una curiosità in tutto ciò è rappresentata dal fatto che il nome Junior era quello inizialmente previsto per la Mito, prima che assumesse il nome definitivo, mentre il nome Milano era il nome ufficioso della Giulietta. Il caso del destino sembra aver voluto intrecciare ancora di più queste vetture!
Perché questo cambio di nome in corsa, quando già tutto il mondo sapeva e aveva visto Milano? Il caso, se così può essere definito, è nato da una dichiarazione del ministro Urso alla presentazione dell’auto, secondo cui una vettura con questo nome: “Un’auto che si chiama Milano non può essere prodotta in Polonia! È proibito farlo!” e ancora “Un’auto che si chiama Milano si deve produrre in Italia altrimenti si danno indicazioni fallaci sono consentite dalla legge italiana, giocando su indicazioni geografiche”.
Questa provocazione, com’è giusto catalogarla, ovviamente non aveva alcun riferimento legislativo, nulla avrebbe vietato Alfa di chiamare la sua vettura Milano, ma ieri sera il comunicato di Stellantis ha chiarito che il cambio di nome, in un più universale Junior è dovuto al clima di polemica che era sorto e, per promuovere più serenità, da qui la scelta. Jean-Philippe Imparato, AD di Alfa Romeo, in merito a questa scelta ha concluso: “è come avere lanciato due modelli in pochi giorni, prima la Milano e poi la Junior. Siamo davvero unici”.
Nel bene o nel male, purché se ne parli. Ricordate?
Alessio Gallini, Rally Factor Driving School
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