Cosa ha decretato il modesto successo dell’Alfa Romeo Giulia?
Stiamo parlando di una delle auto di serie più appaganti da guidare nella sua categoria e non solo.
FCA ha lavorato a lungo, intensamente e segretamente al pianale “Giorgio” che ha dato luce alla Giulia appunto e alla Stelvio.
Mentre la Stelvio è favorita proprio dalla tipologia di carrozzeria, quei SUV di cui oggigiorno nessuno sembra poter fare a meno, la Giulia combatte in un segmento molto meno ambito ma non per questo meno combattuto.
Già, perché quando vuoi competere con mostri sacri come la BMW serie 3, l’Audi A4 o la Mercedes Classe C, che da sempre si contendono i vertici della classifica, devi mettere sul piatto un prodotto veramente ben riuscito.
Facendo un’analisi obiettiva e tralasciando le diatribe fanatiche che imperversano sui social, la berlina Alfa le carte in regola sembrerebbe averle. Una linea oggettivamente bella e personale, che fa la sua bella figura anche senza cerchi enormi e appendici sportive (e non è così scontato).
Un telaio incredibile, con uno schema sospensivo ai vertici, geometrie indovinate (poi modificate con il restyling), uno sterzo fantastico con lo stesso rapporto di quello di una Ferrari 458.
Un interno complessivamente ben fatto, sportivo e con spazi in linea con le concorrenti. Una gamma motori abbastanza ampia, prestazionale ed efficiente (e lasciatemi dire che finalmente qualcuno ha capito che in Italia ci vogliono versioni da 250cv).
Allora, cosa è andato storto?
Forse la troppa ambizione?
Un marchio che non ha mai fatto storia per l’affidabilità e la qualità può vendere un suo prodotto allo stesso prezzo di una premium tedesca?
Se trovassi la mia fidanzata con un altro, vorrei essere sicuro che non succeda più prima di riprendermela.
A questo hanno parzialmente ovviato con offerte e km0 a prezzi competitivi.
Ma non è bastato.
Cos’altro allora?
Se avete letto il precedente articolo potreste trovare la soluzione.
Ho tanti amici più o meno appassionati, ho letto e sentito cose che oggi sono diventate imprescindibili.
“Sì ma non ha i fari a led”
“Lo schermo hai visto quanto è piccolo?”
“Con la mia Classe A 180 ci parlo meglio”
“Le frecce sono statiche!”
A poco è servito studiare un telaio eccellente, se non ha i fari a led non vai da nessuna parte. Addirittura, con il restyling hanno cambiato la geometria delle sospensioni anteriori perché prima, facendo manovra con la ruota sterzata, si sentiva il rumore della gomma che strideva sull’asfalto (ma promettono che il feeling dello sterzo sia il medesimo di prima).
L’Alfa Giulia è quindi finita nelle (poche) mani di qualche appassionato, di quelli che aspettano da 30 anni una berlina del biscione con la trazione dalla parte giusta, di qualcuno che ne apprezza la linea indubbiamente meno sensibile al tempo rispetto alla concorrenza.
A livello commerciale il telaio “Giorgio” è stato un flop. Chi, come me, sperava in una compatta costruita li sopra dovrà mettersi il cuore in pace, ancora una volta e prepararsi, temo, ad una nuova “Giulietta” con cui parlare…. in francese!
Francesco Abbonante, Rally Factor Driving School
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